La distinzione tra piastrinopenie ipogenerative da piastrinopenie da distruzione periferica spesso richiede la valutazione del numero di megacariociti nel midollo osseo al fine di poter saggiare la trombopoiesi. Questo è tuttavia un metodo molto invasivo che arreca disagio nel paziente.
Le piastrine reticolate sono liberate nel sangue periferico dopo frammentazione dei megacariociti. Queste piastrine neo sintetizzate benché prive di nucleo contengono ancora acido nucleico, soprattutto mRNA e sono in grado di sintetizzare modeste quantità di proteine. Tuttavia questo mRNA non è stabile, subisce una degradazione entro le 24 ore della liberazione in circolo e questo determina una simultanea riduzione del volume cellulare.
Ad oggi numerosi studi clinici suggeriscono l’utilità della determinazione delle piastrine reticolate in differenti contesti clinici, nell’ambito dell’inquadramento delle piastrinopenie periferiche , centrali e nelle patologie oncoematologiche, tuttavia l’interpretazione del test comporta la conoscenza dei meccanismi patogenetici alla base dei diversi contesti clinici.
Il metodo di riferimento per il conteggio delle piastrine reticolate rimane ancora quello citofluorimetrico che utilizza coloranti fluorescenti che legano l’RNA insieme ad anticorpi rivolti verso antigeni piastrinici. Tuttavia la determinazione delle piastrine reticolate in citometria automatizzata si pone oggi come metodo alternativo di conteggio e rappresenta potenzialmente un valido mezzo per portare un significativo contributo allo studio della patologia piastrinica.
Alcuni degli emocitometri oggi presenti in commercio dispongono di metodologie in grado di determinare in completa automazione la conta delle rPLT o della frazione immatura delle piastrine (IPF), descritte in letteratura come analoghe o omologhe .
Negli emocitometri la diffrazione della luce con lettura dello scatter a doppio angolo e fluorescenza vengono utilizzate per questa differenziazione.
Le piastrine immature sono differenziate rispetto alle mature sia per la posizione nello scattergram dovuta al maggiore volume, che per una fluorescenza più elevata proporzionale all’aumentato contenuto in RNA. Su alcuni analizzatori la lettura avviene sul canale dei reticolociti tramite l’utilizzo di coloranti fluorescenti in grado di legare gli acidi nucleici. La presenza nel software degli analizzatori di specifici algoritmi in associazione all’impiego dei gating, permette la quantificazioni delle piastrine immature espresse in percentuale rispetto al conteggio totale delle piastrine (IPF%).
L’analizzatore automatico per emocromi Mindray BC-6800 fornisce il parametro IPF determinato nel canale dei reticolociti congiuntamente al parametro PLT-O grazie all’utilizzo del sincretismo tecnologico della diffrazione e della fluorescenza, impiegando come colorante fluorescente una cianina asimetrica.
Come riportato sulla brochure dell’analizzatore il parametro IPF indica lo stato della trombopoiesi in caso di trombocitopenia. Può essere utilizzato come indice dell’attività trombopoietica del midollo osseo, nello stesso modo in cui il conteggio dei reticolociti viene utilizzato nella valutazione della anemia.
Come per altri parametri, in attesa di implementare le conoscenze sulla fisiopatologia piastrinica l’ esigenza dimettere a punto delle linee guida per l’utilizzo clinico del test è oggi quanto mai attuale ed oggetto del lavoro delle società scientifiche che hanno posto questo obiettivo tra quelli prioritari.