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20 febbraio 2020

L’impiego di alcuni marcatori permette di predire il deterioramento cognitivo e motorio della malattia di Parkinson

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È noto che l’incidenza cumulativa di demenza associata alla malattia di Parkinson (PD) si avvicina all’80% e che gli individui con la PD hanno da cinque a sei volte più probabilità di sviluppare un deterioramento cognitivo rispetto ai controlli di corrispondente età. L’identificazione di biomarcatori predittivi di questo declino potrebbe essere di aiuto nella gestione di questi pazienti. Un gruppo di ricercatori della Newcastle University e della Cambridge University hanno voluto valutare se i marcatori di senescenza cellulare (lunghezza dei telomeri, p16 e p21) o il loro cambiamento nel tempo possano aiutare a prevedere meglio la progressione della malattia sia per quanto riguarda la sfera cognitiva che quella motoria, nei pazienti con PD di nuova diagnosi. Inoltre hanno confrontato questi marker di senescenza cellulare con i marker di infiammazione precedentemente analizzati per lo stesso scopo.
Lo studio ha quindi esaminato l’associazione dei marcatori di senescenza cellulare e di infiammazione, con l’impiego di un campione di sangue, con la funzione motoria e cognitiva nel corso del tempo in una coorte di pazienti con la PD. I partecipanti (154 pazienti con PD di nuova diagnosi e 99 controlli) sono stati sottoposti ad esame obiettivo e cognitivo per un periodo di follow up durato 3 anni. La lunghezza media dei telomeri dei leucociti e l’espressione dei marcatori di senescenza p21 e p16 sono state misurati in due fasi temporali (basale e 18 mesi). Inoltre, sono stati selezionati cinque marker di infiammazione dai dati di base esistenti. Gli Autori hanno così scoperto che i pazienti con PD avevano telomeri più corti al basale e ai 18 mesi rispetto ai controlli sani, corrispondenti all’età, che erano anche correlati alla demenza a 36 mesi. I livelli basali di p16 sono stati associati, nei casi con la PD, a tassi più rapidi di declino motorio e cognitivo nell’arco di 36 mesi, mentre un semplice punteggio dato dalla somma dei marcatori dell’infiammazione al basale, nei pazienti con PD, era in grado di predire al meglio il punteggio cognitivo nello stesso periodo di tempo.
Gli Autori concludono che questo studio suggerisce che sia i marker infiammatori che quelli di senescenza (p16) sono preziosi predittori della progressione clinica nei pazienti con la PD e la disponibilità di idonei biomarcatori, con un semplice prelievo di sangue, per prevedere gli outcomes della malattia è estremamente importante per le patologie neurodegenerative come la malattia di Parkinson, che progrediscono nel corso di molti anni.

Senescence and Inflammatory Markers for Predicting Clinical Progression in Parkinson’s Disease: The ICICLE-PD Study

Martin-Ruiz Carmena, Williams-Gray Caroline H., Yarnall Alison J. et al.

Journal of Parkinson's Disease, vol. 10, no. 1, pp. 193-206, 2020

https://content.iospress.com/articles/journal-of-parkinsons-disease/jpd191724

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