Dal 25 Novembre di quest’anno è attiva anche in Italia la direttiva 2003/88/CE dell’Unione Europea. Come si nota immediatamente questa norma è stata introdotta con un ritardo notevole ed in tutti questi anni si è cercato di ignorare un problema che adesso si presenta prepotentemente agli occhi di tutti. L’attuazione di questa direttiva implica, infatti, che il personale sanitario ed i medici non possano più lavorare oltre le 48 ore settimanali e che riposino per un minimo di 11 ore al giorno. Benché la disposizione comunitaria indichi una data chiara, sembra che le Regioni possano decidere di prorogarne l’immediata applicazione. Nel tentativo di acquietare gli animi è intervenuto il Ministro della Salute Lorenzin dichiarando che “la normativa deve entrare in vigore, non ci saranno slittamenti”. La possibilità di una proroga ha tuttavia portato il vice Segretario Nazionale dell’Associazione Medici e Dirigenti del SSN (ANAAO ASSOMED) Carlo Palermo ad assumere un’univoca posizione, “non siamo disponibili a svendere i diritti dei medici e di tutta la dirigenza sanitaria su un tema così sensibile. Non si tratta solo di salvaguardare l’integrità psico-fisica dei professionisti e di tutti i operatori del settore sanitario pubblico, ma piuttosto di garantire cure sicure a tutti i cittadini intervenendo su uno dei principali determinanti del rischio clinico.” Non di meno è stato dichiarato dal Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, “Le deroghe che stanno per essere varate lasceranno a bocca asciutta e nelle stesse condizione di lavoro vissute finora centinaia di migliaia d’infermieri dipendenti”, per questo vanno considerate delle vere e proprie “deroghe fuorilegge”. E’ certo che con le attuali risorse, e con i nuovi vincoli orari, non potranno essere garantiti gli attuali livelli di assistenza in attesa delle promesse nuove assunzioni inserite nella legge di stabilità approvata sabato scorso alla Camera ed in fase di approvazione oggi al Senato.
22 dicembre 2015