Le allergie sono comuni malattie che interessano circa il 20% della popolazione che abitano nella parte del mondo maggiormente sviluppata; queste si sviluppano negli organismi in cui particolari anticorpi sviluppano una reazione eccessiva verso sostanze normalmente innocue, come ad esempio i pollini o la polvere. Le loro origini possono essere sia genetiche che ambientali ma la loro diagnosi può richiedere l’uso prolungato di differenti tecniche analitiche (anamnesi, dieta di eliminazione, test cutanei (SPT), analisi del sangue (sIgE) e test di provocazione orale in doppio cieco (DBPCFC)). Nel caso specifico delle allergie alimentari tuttavia il DBPCFC risulta essere l’esame standard, in quanto i SPT e le sIgE, generalmente adoperati nella pratica clinica, non sono sufficienti a definire la gravità della reattività clinica. Song e colleghi hanno realizzato uno studio per confrontare l’utilità del metodo SPT, sIgE, IgG4 specifico dell’allergene (sIgG4), IgE totali (tIgE), i rapporti fra sIgE/sIgG4 e sIgE/tLgE, IgE della componente specifica dell’arachide ed il test di attivazione basofila nel predire il risultato e la gravità delle reazioni DBPCFC. I ricercatori hanno così potuto determinare come soltanto il test di attivazione basofila abbia una correlazione positiva con i risultati del DBPCFC; lo si può quindi usare per migliorare la differenziazione fra gli individui allergici e non allergici, così come strumento aggiuntivo per predire la severità clinica.
27 agosto 2015
Correlazione fra attivazione basofila ed allergie alimentari
Correlations between basophil activation, allergen-specific IgE with outcome and severity of oral food challenges
Y. Song, J. Wang, N. Leung, L.X. Wang, L. Lisann, S.H. Sicherer, A.M. Scurlock, R. Pesek, T.T. Perry, S.M. Jones, Xiu-Min Li
Annals of allergy, asthma & immunology, April 2015, 114, 4, 319-326
www.annallergy.org