Lo studio delle alterazioni nelle sequenze di DNA ematiche potrebbe presto portare alla realizzazione di un nuovo test per la verifica della risposta dell’organismo al trattamento del carcinoma ovarico. L’importanza di un simile progetto risiede interamente nel potenziale uso di una metodica ad invasività pressoché nulla per effettuare la determinazione dell’efficacia e degli effetti collaterali associati al trattamento di uno specifico carcinoma; infatti ciò andrebbe a diminuire il “carico” a cui il paziente, già sottoposto a cura per carcinoma, sarebbe sottoposto. Con questo obiettivo, Christine A. Parkinson e colleghi hanno condotto uno studio retrospettivo sui campioni di plasma raccolti durante le visite cliniche di 40 pazienti trattate per carcinoma ovarico sieroso ad alto grado (HGSOC). Quindi hanno sviluppato dei saggi basati sulla proteina tumorale 53 (TP53) e sull’identificazione di 31 specifiche alterazioni trovate nel DNA tumorale di queste pazienti; l’efficacia del metodo è stata infine verificata quantificando il DNA tumorale in circolo (ctDNA) in oltre 300 campioni di plasma e comparando la frazione dell’allele mutante del TP53 con il CA-125. I risultati hanno dimostrato l’esistenza di una effettiva correlazione fra il volume del tumore e la concentrazione di ctDNA per le pazienti con HGSOC durante la fase iniziale del trattamento. I ricercatori ritengono dunque che la concentrazione di ctDNA potrebbe ricoprire il ruolo di biomarcatore altamente specifico per la risposta molecolare nelle pazienti con HGSOC.
11 gennaio 2017
Determinazione non invasiva degli esiti nel trattamento del carcinoma ovarico grazie all’analisi delle variazioni nelle sequenze di DNA in circolo
Exploratory Analysis of TP53 Mutations in Circulating Tumour DNA as Biomarkers of Treatment Response for Patients with Relapsed High-Grade Serous Ovarian Carcinoma: A Retrospective Study
C.A. Parkinson, D. Gale, A.M. Piskorz et al.
PLOS Medicine, Dec 2016
http://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.1002198