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16 agosto 2019

E’ possibile, con un metodo semplice, determinare le vescicole extracellulari nelle urine.

1081_Vescicole extracellulari

La maggior parte delle cellule rilasciano, durante i processi fisiologici, vescicole extracellulari (EV). Esistono diversi tipi di EV, tra questi con il termine di esosomi si fa riferimento a nanovescicole (30-200 nm) rilasciate dopo la fusione con la membrana plasmatica delle vescicole intraluminali racchiuse in compartimenti endocitici noti come corpi multivicolari (MVB). Altri tipi di EV includono le microvescicole, che di solito sono più grandi degli esosomi (200 nm-1 µm) e non provengono dalla via endocitica, ma germogliano dalla membrana plasmatica. Esistono diversi database con informazioni sul contenuto delle EV: Exocarta, EVPedia, Vesiclepedia, tuttavia, dati recenti hanno rilevato che esiste un elevato grado di eterogeneità tra le EV e queste presentano marcatori diversi a seconda del meccanismo di rilascio e dell’origine cellulare. Le nanovesicole si trovano nell’ambiente extracellulare, come, ad esempio, il surnatante della coltura tissutale, ma anche nei liquidi biologici, come il plasma e l’urina, e trasportano molti tipi di biomolecole, tra cui proteine, lipidi, mRNA, miRNA e DNA. Pertanto, le EV possono mediare la comunicazione intercellulare e il trasferimento di macromolecole e forniscono anche informazioni sui processi fisiopatologici che si verificano in un individuo. Poiché le EV possono essere trovate nel sangue e nelle urine, hanno attirato molto l’interesse come potenziali biomarcatori e sono incluse nel termine di biopsia liquida. Il rilevamento delle EV richiede tecniche altamente sensibili in grado di identificare singole molecole. Tuttavia, la mancanza di metodologie ampiamente diffuse ed economiche per l’analisi ad elevata cadenza analitica delle EV, ha determinato il fatto che non sono stati condotti studi su questi biomarcatori in grandi coorti di pazienti. Allo scopo di mettere a disposizione strumenti per l’analisi delle EV nei campioni biologici, gli Autori di questo articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature – Scientific Reports, hanno valutato i parametri critici per ottimizzare un test basato sull’immunocattura delle EV seguita dalla citometria a flusso. Nel lavoro viene descritto un metodo semplice per individuare le EV impiegando dei marcatori generali delle EV come le tetraspanine CD9, CD63 e CD8, che ha consentito il rilevamento altamente sensibile delle EV urinarie senza un precedente arricchimento. Nel corso di alcune prove di fattibilità, un marcatore epiteliale arricchito in cellule di carcinoma, l’epithelial cell adhesion molecule (EpCAM), è stato identificato nelle EV ottenute dalle linee cellulari e direttamente nei campioni di urina. Tuttavia, mentre per la rilevazione dell’EpCAM con il western blot erano necessarie le EV isolate da 5-10 ml di urina, per visualizzare l’espressione dell’EpCAM mediante citometria a flusso erano sufficienti solo 500 µl di urina. Pertanto, questo metodo può potenzialmente consentire a qualsiasi laboratorio che abbia la possibilità di utilizzare la citometria a flusso convenzionale di identificare marcatori sulle EV, anche proteine non abbondanti, impiegando dei campioni biologici che richiedono un trattamento minimo. Lo scorso 29 novembre è stata fondata a Torino la Società italiana delle vescicole extracellulari (EVIta) che ha lo scopo di promuovere l’attività di ricerca di base, clinica e traslazionale ed il network interattivo tra i ricercatori italiani nel campo delle vescicole extracellulari.

High sensitivity detection of extracellular vesicles immune-captured from urine by conventional flow cytometry

Carmen Campos-Silva, Henar Suárez, Ricardo Jara-Acevedo, …….& Mar Valés-Gómez

Scientific Reports volume 9, Article number: 2042 (2019)

https://www.nature.com/articles/s41598-019-38516-8