I biomarcatori della metilazione del DNA possono essere un predittore del rischio di carcinoma della mammella

I siti CpG sono delle regioni del DNA dove una citosina si trova vicino ad una guanina nella sequenza lineare di basi. Le citosine nei dinucleotidi CpG possono essere metilate. Nei mammiferi la metilazione delle citosine all’interno di un gene porta al suo silenziamento, questo fenomeno interessa circa il 70-80% delle citosine nei siti CpG. Si ritiene che la metilazione del DNA svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del cancro della mammella. Precedenti studi hanno identificato i segni della metilazione del DNA nei globuli bianchi come promettenti biomarcatori per il cancro della mammella. Tuttavia, questi studi erano limitati da un basso potere statistico e potenziali distorsioni. Impiegando una nuova metodologia, gli autori hanno studiato i segni di metilazione del DNA per individuare una loro associazioni con il rischio di sviluppare il cancro della mammella. Ricorrendo a complessi modelli statistici, i ricercatori della Vanderbilt University Medical Center (VUMC) hanno analizzato 122.977 casi di carcinoma della mammella e 105.974 controlli con l’obiettivo di identificare nuovi geni e marcatori di metilazione associati al rischio, appunto, di sviluppare il carcinoma della mammella. Dei 62.938 siti CpG, sono state osservate associazioni statisticamente significative con rischio di carcinoma mammario per 450 CpG, di cui 45 CpG residenti in 18 regioni genomiche che non sono state precedentemente associato al rischio di cancro della mammella. L’analisi integrative di dati genetici, di metilazione del DNA e di espressione genica hanno rilevato che 38 CpG possono influenzare il rischio di cancro della mammella attraverso la regolazione dell’espressione di 21 geni. In conclusione, questa nuova metodologia può identificare nuovi biomarcatori di metilazione del DNA legati al rischio del carcinoma della mammella e può essere applicata ad altre malattie.