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19 febbraio 2018

I virus possono essere trasportati, nell’atmosfera, da un continente all’altro

710_Virus atmosfera

E’ stato osservato che virus con identità genetiche molto alta sono stati ritrovati in ambienti molto diversi, e lontani come ad esempio da un altro continente. La spiegazione di questo fenomeno non è del tutto chiara. Al fine di fornire evidenza scientifica di questo, gli Autori, che appartengono a tre diverse istituzioni (Departamento de Ecología and Instituto del Agua, Facultad de Ciencias, Universidad de Granada in Spagna; Department of Civil, Construction, and Environmental Engineering, San Diego State University, negli USA ed il Departments of Earth, Ocean and Atmospheric Sciences, Microbiology and Immunology, Botany, and Institute for the Oceans and Fisheries, University of British Columbia, Vancouver in Canada) e che da diversi anni si occupano di questo specifico tema, partendo dal presupposto che l’aerosolizzazione della polvere del suolo e degli aggregati organici in spray marino facilita il trasporto a lungo raggio di batteri e probabili virus attraverso l’atmosfera libera, hanno studiato i tassi di deposito di virus e batteri. Hanno così dimostrato che, anche in ambienti incontaminati, al di sopra dello strato al limite dell’atmosfera, il flusso verso il basso dei virus e quindi il loro tasso di deposito era elevato ed arrivava sino ad essere 461 volte maggiore rispetto al tasso di deposito dei batteri. I più alti tassi di deposito relativi per i virus erano associati al trasporto atmosferico da fonti marine piuttosto che terrestri e le precipitazioni non influivano significativamente sulla deposizione del virus. Inoltre i tassi di deposito del virus erano positivamente correlati con aerosol organici 0,7 μm, questo significa che i virus potevano avere tempi di permanenza più lunghi nell’atmosfera e, di conseguenza, essere dispersi in misura superiore.

Deposition rates of viruses and bacteria above the atmospheric boundary layer

Isabel Reche, Gaetano D’Orta, Natalie Mladenov et al.

The ISME Journal (2018); doi:10.1038/s41396-017-0042-4

https://www.nature.com/articles/s41396-017-0042-4#author-information