La dott.ssa Amina Metidji che opera nel “The Francis Crick Institute” di Londra, insieme ai Suoi colleghi ha cercato di individuare il meccanismo attraverso il quale una dieta ricca di vegetali possa avere un effetto protettivo sullo sviluppo di tumori intestinali e delle malattie infiammatorie. L’impatto dell’alimentazione sulla tumorigenesi è ampiamente documentato e in particolare una dieta ricca di grassi è stata legata alla suscettibilità per la cancerogenesi. L’epitelio intestinale costituisce una barriera a singolo strato che separa il sistema immunitario della mucosa da migliaia di miliardi di batteri commensali. Le interazioni tra le cellule epiteliali intestinali (IECs), le cellule immunitarie e il microbiota sono alla base del mantenimento dell’omeostasi intestinale in condizioni stazionarie e delle modificazioni che si verificano invece in corso di infezioni. L’integrità della barriera intestinale ha implicazioni sostanziali per la salute non solo intestinale. Numerosi loci genetici contribuiscono allo sviluppo di malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa e la suscettibilità genetica alla malattia è ben documentata. Tuttavia, i fattori ambientali tra cui il fumo, la dieta e l’uso di antibiotici giocano un ruolo significativo nell’eziologia dei disturbi intestinali e i meccanismi molecolari alla base del loro impatto rimangono scarsamente definiti. Il sensore ambientale, recettore arilico per gli idrocarburi (AHR) è altamente espresso nei siti di barriera come la pelle, i polmoni e l’intestino. Sebbene l’AHR sia stato originariamente descritto come un recettore per diossina e altri xenobiotici, è ormai chiaro che i ligandi AHR fisiologici come i componenti dietetici e i metaboliti del triptofano servono a guidare le funzioni di controllo dell’AHR nel sistema immunitario e nelle cellule non ematopoietiche. Nel contesto dell’omeostasi intestinale, il deficit di AHR ha conseguenze negative associate alla perdita di linfociti intraepiteliali e di ILC3 e all’assenza di produzione di IL-22. Un aspetto importante dell’attivazione di AHR è la necessità di una regolazione del feedback negativo in quanto la stimolazione prolungata ha effetti pericolosi. L’attivazione di AHR induce l’espressione di una famiglia di enzimi del citocromo P450 (famiglia CYP1), che metabolizzano i ligandi di AHR, ponendo fine così allo stimolo. Nella loro ricerca gli Autori hanno trovato la chiave capace di stimolare l’AHR in una sostanza chimica chiamata indolo-3-carbinolo (I3C). Questa sostanza chimica viene prodotta nell’intestino durante i processi digestivi di piante erbacee del genere brassica come i broccoli, il cavolo, il cavolo verde. Quando i topi carenti di AHR venivano nutriti con alimenti arricchiti con I3C, non mostravano gli stessi quadri proinfiammatori di prima. Inoltre, quando i topi con cancro già sviluppato venivano nutriti con alimenti arricchiti con I3C, sviluppavano un numero inferiore di tumori, e più benigni. Questi interessanti risultati individuati nei topi, dovranno essere adesso confermati nell’uomo.
27 agosto 2018
Il carcinoma del colon e la sua prevenzione a tavola
The Environmental Sensor AHR Protects from Inflammatory Damage by Maintaining Intestinal Stem Cell Homeostasis and Barrier Integrity
Amina Metidji, Sara Omenetti, Stefania Crotta et al.
Immunity: August 14, 2018
https://www.cell.com/immunity/fulltext/S1074-7613(18)30330-3