Un recentissimo studio, appena pubblicato, nato dalla collaborazione tra il Karolinska Institutet in Svezia ed i ricercatori del Diakonhjemmet Hospital di Oslo in Norvegia apre nuovi spiragli per la terapia della depressione grazie alla possibilità del laboratorio di ottimizzare la terapia con l’analisi genetica dei pazienti. Infatti, il fallimento di farmaci come gli SSRI, usati per trattare la depressione, può essere il risultato di variazioni genetiche nei pazienti. Le variazioni all’interno del gene che codifica per l’enzima CYP2C19, responsabile del metabolismo dell’escitalopram, si traducono in differenze estreme nei livelli di escitalopram raggiunto nei pazienti. Pertanto, la possibilità di poter prescrivere la dose di escitalopram sulla base della costituzione genetica specifica del paziente potrebbe migliorare notevolmente i risultati terapeutici.Proprio per individualizzare la terapia farmacologica, i ricercatori stanno tentando di stabilire dei biomarker genetici in grado di prevedere la risposta di un individuo ai farmaci e proprio l’enzima responsabile del metabolismo dell’escitalopram (CYP2C19) è molto importante a questo riguardo. Infatti, un terzo dei 2087 partecipanti allo studio ha raggiunto livelli ematici di escitalopram troppo alti o troppo bassi. I ricercatori hanno anche scoperto che il 30 per cento dei pazienti portatori di varianti geniche che causano livelli di enzimi eccessivi o inadeguati sono stati costretti ad sostituire la terapia entro un anno, in contrasto con solo il 10-12 per cento dei pazienti portatori del gene comune.
22 gennaio 2018
Il laboratorio, con l’analisi genetica, può ottimizzare la terapia per la depressione
Impact of CYP2C19 Genotype on Escitalopram Exposure and Therapeutic Failure: A Retrospective Study Based on 2,087 Patients
Marin M. Jukic, Tore Haslemo, Espen Molden, Magnus Ingelman-Sundberg
The American Journal of Psychiatry, online 12 January 2018
doi: 10.1176/appi.ajp.2017.17050550