Il numero degli spermatozoi costituisce un indicatore della condizione generale di salute di un individuo

Gli uomini infertili hanno un rischio maggiore di ipogonadismo, disturbi metabolici e osteoporosi, hanno una maggiore morbilità e mortalità a lungo termine rispetto ai controlli, ma i dati sono scarsi e non conclusivi. Gli Autori di questo lavoro, il Prof. Alberto Ferlin, Professore associato di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Brescia che ha realizzato lo studio in collaborazione con il professor Carlo Foresta, Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Padova, ed altri ricercatori, hanno valutato se la qualità dello sperma e la funzione riproduttiva possano rappresentare un indicatore della salute generale dell’uomo. Lo studio di coorte prospettico ha incluso 5.177 maschi di coppie infertili. Tutti i pazienti sono stati sottoposti allo studio del liquido seminale, il dosaggio degli ormoni della riproduzione, lo studio ecografico dei testicoli e del metabolismo del glucosio e dei lipidi. L’ipogonadismo è stato definito sulla base di valori di testosterone 9,4 UI/L. I soggetti con conta spermatica totale (TSC) <10 milioni sono stati sottoposti allo studio genetico e quelli con ipogonadismo alla valutazione della densitometria ossea (BMD). I dati raccolti hanno permesso agli Autori di concludere che il basso numero di spermatozoi è associato a una condizione generale di salute inferiore dal punto di vista metabolico, cardiovascolare e dell'apparato scheletrico. L'ipogonadismo è principalmente coinvolto in questa associazione, ma il basso numero di spermatozoi in sé costituisce un indicatore della condizione generale di salute.