Il ricorso allo “striscio” per lo screening del tumore della cervice uterina potrebbe essere sostituito dall’auto-campionamento non invasivo effettuato a casa

L’implementazione del test HPV per lo screening primario diventerà presto lo standard in tutto il mondo. Poiché il test HPV è un metodo molto sensibile, ma non abbastanza specifico, la scelta di un’adeguata strategia di selezione per le donne positive all’high-risk human papillomavirus (hrHPV) sarà uno dei futuri problemi chiave che affronterà la comunità impegnata nello screening cervicale. I campioni prelevati dal medico sono il gold standard ma l’autocampionamento, inclusa l’urina, può essere un’alternativa utile. Gli Autori di questa comunicazione, che operano presso la Queen Mary University di Londra hanno sviluppato un classificatore di triage per il rilevamento della lesione intraepiteliale maligna della cervice uterina di grado 2 (CIN2 +), basato sulla metilazione del DNA del HPV16, HPV18, HPV31 e HPV33 e del gene umano EPB41L3. Allo scopo di valutare la validità del classificatore hanno utilizzato dei campioni ottenuti in maniera non invasiva: un campione vaginale raccolto dalla partecipante allo studio ed un campione di urina. Lo studio ha interessato 503 donne che hanno fornito un campione di urina. In totale 600 donne hanno fornito campioni vaginali che avevano autoprelevato con apposito tampone. Dopo estrazione del DNA e valutazione dei campioni è risultato che S5 ha mostrato una buona e statisticamente significativa separazione tra i campioni <CIN2 e CIN2+ sia per i campioni di urina che per quelli vaginali. Pertanto gli Autori ritengono di aver dimostrato che l'S5 può essere amplificato con successo sia nei campioni di urine che in quelli vaginali raccolti dalle stesse pazienti e che il classificatore è in grado di identificare correttamente le donne CIN2+.