Sono stati registrati nelle ultime decadi degli incrementi enormi dell’incidenza del carcinoma della tiroide e si ritiene che, con i nuovi modelli adottati per lo screening, in realtà centinaia di migliaia di casi potrebbero essere una sovrastima nel senso che se non venissero “diagnosticati” e quindi “trattati” non produrrebbero alcun sintomo e tantomeno la morte del paziente.
Questo è quanto è emerso dalla pubblicazione sul New England Journal of Medicine da parte dei ricercatori dell’Agency for Research on Cancer, Lione, Francia ed il Cancer Epidemiology Unit, CRO (Centro di Riferimento Oncologico) Aviano National Cancer Institute, Aviano, Italia. Queste considerazioni rappresentano la conclusione di un lungo lavoro di analisi dei dati del Registro dei tumori provenienti da 12 paesi. Gli Autori di questo interessante articolo hanno stimato che in più di 470.000 donne e 90.000 uomini in 12 paesi “ad alto reddito” (Australia, Danimarca, Inghilterra, Finlandia, Francia, Italia, Giappone, Norvegia, Repubblica di Corea, Scozia, Svezia e Stati Uniti) nel periodo 1987-2007 sia stato individuato un carcinoma latente (che è improbabile che produca sintomi o incida sulla sopravvivenza) e conseguentemente sottoposti ad accertamenti diagnostici ed a trattamenti per carcinoma non necessari quali la tiroidectomia con linfoadenectomia e la radioterapia senza che vi siano dimostrati benefici in termini di miglioramento della sopravvivenza.
29 agosto 2016
Impatto della sovrastima nella diagnosi del carcinoma della tiroide
Worldwide Thyroid-Cancer Epidemic? The Increasing Impact of Overdiagnosis
Salvatore Vaccarella, Silvia Franceschi, Freddie Bray, Christopher P. Wild, Martyn Plummer and Luigino Dal Maso
N Engl J Med 2016; 375:614-617 August 18, 2016
http://www.nejm.org/