La conoscenza degli effetti del trauma cranico riportato durante lo svolgimento di un’attività sportiva (SRC) continua a progredire grazie all’applicazione di nuove tecniche di neuroimaging, determinazione di biomarcatori e testing genetico. Tuttavia i risultati ottenuti fino ad oggi non sembrano avere un valore sufficientemente predittivo da indirizzare il successivo trattamento e per permettere una completa comprensione degli effetti neurobiologici sulle funzioni/proprietà cerebrali. La recente review di un gran numero di pubblicazioni impiegando i motori di ricerca Medline, PubMed e Scopus, ha infatti sottolineato come l’utilizzo di queste tecniche nella valutazione del SRC è al momento efficace nel caso del neuroimaging ma ancora agli albori negli altri due. Mentre diversi studi clinici hanno provato l’efficace impiego del neuroimaging nel dimostrare un’associazione fra SRC e alterazioni cerebrali, metaboliche e fisiologiche, a dispetto della loro applicazione in differenti campi diagnostici, non è stata ancora esplorata l’applicabilità dei biomarcatori ematici e del testing genetico in questo ambito. In particolare, l’applicazione di queste ultime due tecniche potrebbe avere un grande valore nel campo prognostico, determinando i rischi associati ai ripetuti traumi cranici durante la fase di guarigione e nel periodo successivo. I ricercatori ritengono quindi che durante la programmazione dei futuri studi in questo campo sarebbe utile considerare anche il perfezionamento di queste tecniche, così da permetterne un trasferimento ed integrazione in ambito clinico.
3 agosto 2017
La situazione attuale del neuroimaging, dei biomarcatori e del testing genetico nello studio del trauma cranico secondario ad un’attività sportiva
Role of advanced neuroimaging, fluid biomarkers and genetic testing in the assessment of sport-related concussion: a systematic review
McCrea M., Meier T., Huber D. et al.;
British Journal of Sports Medicine, Apr 2017, 51, 919-929
http://bjsm.bmj.com/content/51/12/919.long