La rapida identificazione dei pazienti affetti da Sindrome Coronarica Acuta (ACS) fra tutti coloro che si recano al Pronto Soccorso con dolore toracico potrebbe evitare numerosi ricoveri di pazienti a basso rischio; d’altronde ciò assicurerebbe anche un adeguato ed immediato trattamento a coloro che effettivamente sono ad alto rischio. I dati pubblicati sino ad oggi evidenziano come soltanto al 10% dei pazienti visitati in ospedale a causa di dolore toracico viene poi diagnosticata una ACS. Fanaroff e colleghi hanno analizzato in una recente pubblicazione l’accuratezza dell’anamnesi, dell’esame obiettivo, dell’elettrocardiogramma e delle scale di rischio HEART e TIMI, che comprendono il dosaggio della prima troponica, nei pazienti ricoverati con sintomi riconducibili ad una ACS. Gli Autori hanno individuato su MEDLINE ed EMBASE 2992 articoli e di questi 58 soddisfacevano i criteri di inclusione. Lo standard di riferimento per la diagnosi di ACS era o la diagnosi finale alla dimissione dall’ospedale di ACS o il verificarsi di un evento cardiovascolare entro 6 settimane. I risultati hanno messo in risalto come, fra i pazienti che si recavano al Pronto Soccorso a causa di una sospetta ACS, l’impiego della sola anamnesi, dell’esame obiettivo e dell’elettrocardiogramma non sono sufficienti a confermare o escludere una sindrome coronarica acuta. Invece, l’impiego delle scale di rischio TIMI ed HEART ha dimostrato di poter fornire maggiori informazioni diagnostiche.
31 dicembre 2015
Le valutazioni cliniche più significative nel sospetto di una Sindrome Coronarica Acuta
Does this patient with chest pain have acute coronary syndrome?;
A.C. Fanaroff;J.A. Rymer, S.A. Goldstein, D.L. Simel, L.K. Newby
The Journal of the American Medical Association, Nov 2015, 314, 18, 1955-1965
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