I ricercatori dell’Intermountain Medical Center Institute, Salt Lake City, hanno scoperto un’associazione fra la ricorrenza della fibrillazione atriale dopo terapia ablativa e la variazione del microRNA in circolo. Il microRNA in circolo, passato in circolo, determinabile nei campioni ematici e coinvolto nella regolazione genica, potrebbe essere usato come strumento di screening per determinare quali pazienti trarrebbero maggiore vantaggio dall’impiego delle varie terapie. In questa caso particolare, i ricercatori hanno evidenziato come i livelli di tre molecole specifiche di microRNA, denominate come 21, 150 e 328, risultano essere particolarmente bassi nei pazienti che presentano una fibrillazione atriale dopo ablazione. L’ablazione è infatti in grado di curare soltanto il 60-70% dei pazienti sottoposti al trattamento, per i rimanenti sono consigliabili e necessarie ulteriori procedure; si stima che soltanto negli Stati Uniti d’America una media di 4,5 milioni di persone soffrano di fibrillazione atriale. I dati sono stati presentati all’American College of Cardiology’s Scientific Session, tenutasi fra il 17 ed il 19 Marzo a Washington D.C., ed il gruppo è fiducioso che da questa correlazione possano essere tratti dei benefici in fase decisionale, per comprendere su quali pazienti con fibrillazione atriale abbiano effetto i differenti trattamenti e in quali sia meglio consigliare un’ablazione.
6 aprile 2017
L’efficacia della terapia ablativa può essere determinata con nuovi biomarcatori
Study Finds New Markers Associated with Recurrence of Atrial Fibrillation in Previously Treated Patients
Intermountain Healthcare New Releases, Mar 2017
https://intermountainhealthcare.org/news/2017/03/new-markers-associated-with-recurrence-of-atrial-fibrillation-in-previously-treated-patients/