L’80% delle malattie infettive sono causate da microrganismi produttori di biofilm: una protezione che ne consente la proliferazione indisturbata, 200 volte più difficile da eliminare con i normali trattamenti antibiotici e antifungini. Ricercatori dell’Istituto Dermatologico San Gallicano (ISG) hanno messo a punto e brevettato nuovi test di laboratorio per lo sviluppo di una piattaforma diagnostica innovativa che permette di misurare in modo rapido la produzione di biofilm dai batteri isolati e fare una analisi dei profili di sensibilità agli antibiotici dei microrganismi. Questo approccio offre informazioni essenziali per una scelta terapeutica mirata, perché identifica il tipo di antibiotico più efficace per colpire il biofilm microbico. In pratica conosciamo meglio il biofilm e gestiamo meglio la scelta dell’antibiotico contro le infezioni da germi multiresistenti. L’endocardite infettiva (IE) è associata ad alti tassi di mortalità. I trattamenti prolungati con antibiotici per via endovenosa ad alte dosi spesso non riescono a sradicare l’infezione, portando spesso a interventi chirurgici ad alto rischio. Il biofilm microbico rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica perché fornisce un meccanismo di tolleranza agli antibiotici, che sfugge alla convenzionale caratterizzazione della sensibilità agli antibiotici. Lo studio dei ricercatori del San Gallicano ha valutato un test di identificazione rapida del biofilm e un profilo di suscettibilità antimicrobica mirato dei batteri che sviluppano biofilm in pazienti con IE, che non rispondono alla terapia antibiotica. Lo studio ha evidenziato che lo Staphylococcus aureus era l’isolato più comune (50%), seguito da Enterococcus faecalis (25%) e dallo Streptococcus gallolyticus (25%). Si è scoperto che tutti gli isolati microbici sono in grado di produrre, in vitro, biofilm strutturati di grandi dimensioni. Come previsto, il trattamento antibiotico somministrato sulla base di antibiogramma o scelto empiricamente tra quelli considerati antibiotici di prima linea per le IE, tra cui il ceftriaxone, la daptomicina, la tigeciclina e la vancomicina, non è stato efficace nell’eradicazione dei batteri che sviluppano biofilm. Al contrario, il profilo di suscettibilità antimicrobica dei batteri che sviluppano biofilm indicava che la teicoplanina, l’oxacillina e l’acido fusidico erano più efficaci contro il biofilm di S. aureus, mentre l’ampicillina era il più attivo contro il biofilm di S. gallolyticus e E. faecalis, In conclusione, questo studio indica che i batteri produttori di biofilm, provenienti da IE trattati chirurgicamente, mostrano un’alta tolleranza agli antibiotici, che non viene rilevata dagli antibiogrammi convenzionali. La profilazione dell’identificazione rapida e della tolleranza antimicrobica dei batteri che sviluppano biofilm nella IE può fornire informazioni chiave sia per la terapia antimicrobica che per le strategie di prevenzione.
26 novembre 2019
L’Istituto San Gallicano ha brevettato una piattaforma per individuazione rapida di microrganismi che sviluppano biofilm
Microbial biofilm correlates with an increased antibiotic tolerance and poor therapeutic outcome in infective endocarditis
Enea Gino Di Domenico, Sara Giordana Rimoldi, Ilaria Cavallo, Giovanna D’Agosto, Elisabetta Trento, et al.
BMC Microbiol 19, 228 (2019)
https://bmcmicrobiol.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12866-019-1596-2