L’uso inappropriato dello screening per il carcinoma del colon-retto

L’utilizzo di tecniche per lo screening del carcinoma del colon potrebbe non avere alcuna utilità nei casi di pazienti sottoposti a dialisi. I ricercatori della Nephrology Section di San Francisco, dopo la raccomandazione dell’American Society of Nephrology contraria allo screening di routine per il carcinoma nei pazienti asintomatici e sottoposti a dialisi a causa dei limitati benefici, hanno condotto uno studio di coorte per determinare la frequenza con cui i pazienti sottoposti a dialisi ricevevano anche uno screening per il carcinoma del colon-retto, con l’impiego della colonscopia, sigmoidoscopia flessibile e ricerca del sangue occulto fecale; in aggiunta si sono soffermati a verificare in quanti di questi casi i pazienti sottoposti a screening erano esposti ad un limitato rischio di decesso ed una maggiore probabilità di ricevere un trapianto renale. I dati, facenti riferimento ad oltre 460.000 casi registrati fra il 2007 ed il 2012 ed analizzati con un modello a multi-variabile di Cox, hanno rivelato come i pazienti nel quartile inferiore per rischio di mortalità erano sottoposti a screening con una maggiore probabilità (15%) rispetto a quelli nel maggior quartile (7%); secondariamente, i pazienti con maggiori probabilità di ricevere un trapianto renale erano anche quelli che con maggiore probabilità erano sottoposti a screening. Per queste ragioni, ed altre qui non elencate, i ricercatori hanno concluso che, momentaneamente, il sistema adoperato in fase decisionale per consigliare o meno lo screening del carcinoma del colon è causa di un uso inappropriato di tecniche altamente invasive (colonscopia e sigmoidoscopia).