Il carcinoma della vescica è relativamente comune e la sua gestione ha dei costi sanitari particolarmente elevati. Sulla base di queste considerazioni un gruppo di ricercatori della Georgetown University Medical Center, in collaborazione con altri gruppi statunitensi e danesi,
con un finanziamento del National Cancer Institute, del Cancer Center Support della Danish Cancer Society, del National Center For Advancing Translational Sciences of the National Institutes of Health ed infine del John Theurer Cancer Center at Hackensack University Medical Center ha cercato di trovare una risposta a questa esigenza cercando di individuare un metodo/determinazione in grado di ridurre il costo delle cure e allo stesso tempo, l’impatto di queste sugli stessi pazienti con un trattamento eccessivo non necessario.
Infatti la decisione se trattare il carcinoma della vescica in modo aggressivo è difficile perché i dati diagnostici predittivi sono limitati. La maggior parte dei tumori della vescica sono tumori in stadio iniziale noti come papillary non–muscle-invasive bladder cancer (NMIBC). Fino al 70% dei pazienti trattati per queste lesioni iniziali andranno incontro ad una recidiva ed il 20% di questi pazienti svilupperà un cancro invasivo. Poiché non è possibile predire quali pazienti svilupperanno un carcinoma invasivo spesso, basandosi sul principio della cautela, il medico segue un atteggiamento particolarmente “aggressivo”.
I ricercatori della Georgetown University Medical Center, già in precedenza avevano segnalato lo STAG2 (Stromal Antigen 2) come uno dei geni più comunemente mutati nel NMIBC e presentato dei dati preliminari in una coorte pilota dove dimostravano che i tumori con STAG2 mutanti recidivavano meno frequentemente rispetto ai tumori STAG2 wild-type. In questo lavoro, che costituisce lo sviluppo del precedente, hanno potuto dimostrare che con una determinazione abbastanza semplice si può arrivare a migliorare significativamente l’identificazione dei tumori della vescica che probabilmente andranno incontro a recidiva o diventeranno invasivi. Hanno potuto infatti rilevare che l’espressione dello STAG2 intatto costituisce un predittore indipendente di recidiva 2,4 volte più accurato e 1,9 volte più preciso nel predire quali tumori diventeranno invasivi. L’uso di questa determinazione potrebbe, in alcuni casi, risparmiare la sorveglianza costante dei pazienti e, in altri casi, supportare un trattamento aggressivo, trattamento che può produrre effetti collaterali significativi. In conclusione il dosaggio dello STAG2 IHC costituisce un semplice e nuovo metodo per la stratificazione del rischio nel NMIBC papillare.
2 luglio 2018
L’utilità della determinazione dello STAG2 per la stratificazione del rischio nel NMIBC papillare
STAG2 Is a Biomarker for Prediction of Recurrence and Progression in Papillary Non–Muscle-Invasive Bladder Cancer
Alana Lelo, Frederik Prip, Brent T. Harris, David Solomon et al.
Clin Cancer Res; 1–9. ©2018 AACR
http://clincancerres.aacrjournals.org/content/early/2018/06/25/1078-0432.CCR-17-3244