Il microRNA (miRNA) nel plasma come nuovo biomarcatore per i pazienti affetti da neoplasia intraduttale mucinosa papillare.

Il carcinoma del pancreas è al momento la quarta causa più comune di morte legata ai tumori negli Stati Uniti; le persone colpite hanno un tasso di sopravvivenza a 5 anni di circa il 6%, il più basso fra i tassi tumorali secondo la American Cancer Society. Questo record negativo è dovuto principalmente alla difficoltà insita nell’identificare il carcinoma ancora in una fase iniziale, quella in cui sarebbe operabile. Secondo un nuovo articolo pubblicato da Malafa e colleghi sul Cancer Prevention Research, i ricercatori del Moffitt Cancer Center cercano di migliorare da tempo questo tasso di sopravvivenza identificando i marcatori ematici in grado di distinguere i pazienti con lesioni pancratiche premaligne, note anche come neoplasie intraduttali mucinose papillari (IPMN). La letteratura supporta la teoria per cui il miRNA svolge un ruolo importante nella progressione delle IPMN, perciò il gruppo ha effettuato una comparazione fra l’abbondanza di miRNA nel plasma preoperatorio di pazienti con IPMN diagnosticato e quello di altri pazienti sani. Sono riusciti così ad identificare un panel di 30 miRNA che supporta nella distinzione fra gli individui affetti da IPMN e quelli sani; il panel è composto sia da nuovi miRNA che da altri la cui implicazione nella carcinogenesi pancreatica è già stato provata, con una espressione dalle due alle quattro volte superiore rispetto ai pazienti sani. Inoltre il team ha sviluppato un panel composto da cinque miRNA per la distinzione fra pazienti ad alto rischio, IPMN maligno, e quelli a basso rischio, IPMN benigno; impiegando questo panel hanno anche posto in luce come i campioni di plasma e tessuto di pazienti con IPMN possono mostrare differenti profili espressivi di miRNA. Dalla diffusione di questa nuova tecnologia a basso costo si prospetta quindi un futuro sviluppo di determinazioni ematiche del miRNA per l’identificazione preoperatoria dei casi di IPMN maligni e per la loro distinzione dai casi di IPMN benigni.