L’uso della tomografia computerizzata (CT) a basso dosaggio per lo screening del carcinoma polmonare (LSC) negli individui ad alto rischio potrebbe risultare più deleteria di quanto ci si aspetti. La notizia arriva all’indomani delle raccomandazioni espresse dalla US Preventive Services Task Force; queste consigliavano proprio la CT a basso dosaggio nei casi di attivi fumatori in età compresa fra i 55 e gli 80 anni. Contrariamente a quanto proposto dall’Istituzione Americana, uno studio condotto in otto strutture sanitarie accademiche della VHA (Veteran Health Administration) è riuscito ad individuare il carcinoma polmonare soltanto nell’1,5% degli oltre duemila pazienti sottoposti allo screening; nel totale il 59,7% aveva noduli, il 56,2% necessitava un ulteriore monitoraggio ed il 2,0% non aveva mostrato carcinoma dopo ulteriori approfondimenti. Si stima che oltre ottocentomila individui del 6,7 milioni di pazienti nelle strutture VHA possiedano i requisiti necessari per essere sottoposti ad uno LSC; perciò i ricercatori ritengono che lo sviluppo ed il mantenimento di una logistica sufficiente a gestire questi numeri sia al di là delle attuali possibilità anche per la VHA. E’ necessario quindi portare avanti la ricerca di nuovi strumenti, assicurarsi la collaborazione ed il coordinamento dei vari servizi clinici e fra i servizi clinici ed i pazienti prima di poter parlare di screening del carcinoma polmonare.
17 febbraio 2017
Problematiche derivanti dall’implementazione dello screening per il carcinoma polmonare
Implementation of Lung Cancer Screening in the Veterans Health Administration
L.S. Kinsinger, C. Anderson, J. Kim et al.
JAMA Intern Med, Jan 2017
http://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2599437