Differenti fattori di carattere sia genetico che “ambientale” sono considerati responsabili dello sviluppo della malattia di Alzheimer (AD). Alcuni ricercatori della University of California San Francisco hanno da poco condotto una revisione sistematica di oltre sedicimila articoli per individuare l’effettiva relazione fra questi fattori di rischio e la AD. Dall’analisi delle pubblicazioni con criteri corrispondenti alla meta-analisi, gli scienziati hanno determinato quattro fattori di origine medica (estrogeni, statine, trattamenti antidepressivi e terapie basate sull’uso di farmaci anti-infiammatori non-steroidei) e quattro di origine alimentare (acido folico, vitamina C ed E, caffè) in grado di fornire supporto contro la AD. D’altra parte la condizione psicologica della depressione e l’esposizione biochimica ad alti livelli di omocisteina hanno rivelato avere un effetto totalmente opposto. Anche la precedente presenza di determinate malattie (fragilità, aterosclerosi carotidea, ipertensione, bassa pressione sanguigna, diabete mellito di tipo 2 (nella popolazione asiatica)) e stili di vita (basso livello d’istruzione, un indice di massa corporea elevato o limitato, abitudine al fumo (generalmente nelle popolazioni occidentali) o al bere alcolici in modo moderato o leggero, stress) hanno dimostrato avere un ruolo importante sul rischio di contrarre la AD. Perciò i ricercatori consigliano degli interventi sulle diete, i trattamenti medici, le esposizioni biochimiche, lo stato psicologico, le malattie pre-esistenti e gli stili di vita per provare ad intervenire sull’impatto della AD.
13 ottobre 2015
Su quali fattori di rischio è opportuno intervenire per avere un maggiore impatto sulla malattia di Alzheimer
Meta-analysis of modifiable risk factors for Alzheimer's disease
W. Xu , L. Tan, H.F. Wang, T. Jiang, M.S. Tan, L. Tan, Q.F. Zhao, J.Q. Li, J. Wang, J.T. Yu
J. Neurol. Neurosurg. Psychiatry, Aug 2015
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