Il carcinoma dello stomaco rappresenta, a livello mondiale, il quarto tumore più diffuso e la seconda principale causa di morte per tumore. La diagnosi di carcinoma gastrico viene fatta ogni anno, in tutto il mondo, in circa 990.000 persone ed è associato ad elevati tassi di mortalità. L’incidenza varia geograficamente in modo significativo. In Giappone, a causa dell’alta incidenza del carcinoma dello stomaco, sono stati realizzati dei programmi di screening che permettono il riscontro del tumore nel suo stadio iniziale. In occidente, viceversa, data la minore incidenza di questa neoplasia, non vengono attuati programmi di screening. Una grande sfida, dopo il trattamento curativo multimodale per il carcinoma gastrico resecabile, è l’identificazione di pazienti con malattia residua microscopica ad alto rischio di recidiva, dopo l’intervento chirurgico. Le tecniche di imaging attualmente disponibili ed i biomarcatori tradizionali presenti in circolo, impiegati per individuare lo stato di malattia residua minima (MRD) dopo l’intervento chirurgico, hanno una scarsa sensibilità e non hanno un ruolo nella pratica clinica. Le biopsie liquide stanno offrendo nuove opportunità per la rilevazione della malattia residua con l’individuazione del DNA libero circolante (cfDNA) dopo l’intervento chirurgico ma l’identificazione di alterazioni derivanti dall’ematopoiesi clonale possono introdurre un elemento confondente. In questo lavoro gli Autori dimostrano di poter identificare alterazioni del DNA circolante di origine tumorale (ctDNA) attraverso un’analisi ultrasensibile del sequenziamento del cfDNA bersaglio abbinato allo studio dei leucociti dello stesso paziente. Gli Autori hanno impiegato questa metodologia analizzando i campioni di pazienti nello studio CRITICS, uno studio randomizzato controllato di fase III del trattamento perioperatorio in pazienti con carcinoma gastrico operabile. Dopo una fase iniziale di selezione, è stata determinata la presenza di ctDNA per individuare la recidiva di malattia entro nove settimane dopo il trattamento preoperatorio e dopo l’intervento chirurgico in pazienti idonei per il trattamento multimodale. Hanno così dimostrato che la metodologia impiegata fornisce un sistema facile per distinguere il ctDNA da altre alterazioni del cfDNA ed evidenzia l’utilità del ctDNA come biomarcatore predittivo dell’outcome del paziente alla terapia perioperatoria del cancro e alla resezione chirurgica in pazienti con carcinoma gastrico.
31 gennaio 2020
Realizzato un metodo ultrasensibile, su biopsia liquida, per prevedere la ricorrenza dei tumori gastrici
White blood cell and cell-free DNA analyses for detection of residual disease in gastric cancer
Alessandro Leal, Nicole C. T. van Grieken, […]Victor E. Velculescu
Nature Communications volume 11, Article number: 525 (2020)
https://www.nature.com/articles/s41467-020-14310-3