Sarà possibile arrivare alla diagnosi di malattia di Parkinson con l’esame delle lacrime?

I risultati di una recente ricerca, sviluppata presso la Keck School of Medicine of della University of Southern California a Los Angeles, che verranno presentati al prossimo 70th Annual Meeting della American Academy of Neurology che si terrà a Los Angeles, dal 21 al 27 Aprile 2018 sono stati anticipati in un comunicato stampa nel quale viene prospettata la possibilità di poter contribuire alla diagnosi della malattia di Parkinson con lo studio delle lacrime. Si tratta di un interessante sviluppo scientifico che permetterebbe di arrivare alla diagnosi attraverso un metodo non invasivo ed economico. Gli Autori sono partiti dal presupposto che, poiché le lacrime contengono varie proteine prodotte dalla ghiandola lacrimale, stimolata dai nervi, e poiché il Parkinson può influenzare la funzione dei nervi, qualsiasi cambiamento nella funzione nervosa possa possa essere rispecchiato nei livelli di proteina delle lacrime. Confrontando i campioni di lacrime di 55 pazienti con la malattia di Parkinson con 27 persone che non avevano il Parkinson. Hanno potuto così dimostrare che i livelli totali di alfa-sinucleina erano diminuiti nei pazienti affetti dalla malattia di Parkinson, rispetto ai controlli normali. Al contrario, i livelli di alfa-sinucleina oligomerica erano aumentati nei pazienti affetti dal Parkinson. Questi preliminari risultati aprono la porta ad interessanti sviluppi per la diagnostica futura di questa malattia.