Sviluppato un nuovo tipo di guanto capace di un’attività antimicrobica intrinseca

L’Università di Nottingham, in Gran Bretagna, ha un’intensa attività di ricerca che la pone tra le prime 100 del mondo e costituisce un costante richiamo per gli studenti, che attualmente sono 44.000, tanto da aver ricevuto il riconoscimento di University of the Year for Graduate Employment nella Good University Guide 2017 del Times and Sunday Times, e le permette di posizionarsi tra le prime 20 di tutte e tre le principali classifiche del Regno Unito. Un recente comunicato ha reso noto che i ricercatori di questa Università hanno realizzato un nuovo tipo di guanto che ha la caratteristica di avere una attività antimicrobica e quindi la capacità di prevenire la diffusione delle infezioni che sono estremamente diffuse in ambito sia ospedaliero che al di fuori di questo, collegate alle attività del personale sanitario. Si stima che nella sola Unione Europea, la contaminazione incrociata negli ospedali comporti 37.000 morti l’anno con un costo aggiuntivo di 7 miliardi di euro. Questi guanti, destinati all’impiego in ambito sanitario, hanno la caratteristica di inglobare (pertanto non è necessario applicare sulla loro superficie di ulteriori soluzioni o prodotti chimici) una molecola che ha un’attività antimicrobica e quindi costituiscono una risposta concreta al crescente problema della diffusione delle infezioni intraospedaliere e no. L’équipe di ricerca è guidata dal Professore Emerito Richard James, che ha lavorato per oltre sei anni al progetto, con i produttori di guanti ad uso sanitario Hartalega Malaysia e la società di ricerca e sviluppo Chemical Intelligence con sede in Gran Bretagna. I risultati dei test effettuati sono estremamente positivi con un abbattimento del 99,9% in soli cinque minuti di contatto della carica microbica e questo li pone al centro di un mercato potenzialmente enorme.