Il carcinoma della prostata è il secondo tumore più frequente negli uomini e il quarto tumore più comune complessivamente. Nel 2018 sono stati registrati 1,3 milioni di nuovi casi. I tassi di incidenza aggiustati per età del carcinoma prostatico sono aumentati notevolmente e ciò è in gran parte dovuto alla maggiore disponibilità di screening per l’antigene prostatico specifico (PSA) negli uomini senza sintomi della malattia. Questo esame porta all’individuazione di molti tumori della prostata che sono piccoli e / o che altrimenti rimarrebbero misconosciuti e che potrebbero o meno svilupparsi ulteriormente. Risulta quindi di estrema importanza determinare quali uomini hanno una malattia che richiede realmente un trattamento evitando un alto numero di biopsie non necessarie, che sono costose in termini di risorse, e causano anche angoscia al paziente. Inoltre, la maggior parte dei casi di PCa sono multifocali e nella singola prostata possono co-esistere tumori con differenti punteggi della scala di Gleason. Questa scala fornisce il grading sulla base dell’aspetto delle cellule tumorali al microscopio e l’aggressività del tumore. Tutto questo rende complesso il monitoraggio e la valutazione della malattia. Le zone della prostata in cui si trovano i tumori producono costantemente delle secrezioni che passano nell’uretra. Queste secrezioni trasportano le cellule tumorali ed il cell-free RNA (cfRNA) che sono contenuti nelle vescicole extracellulari che vengono eliminate con la minzione. L’RNA può essere raccolto dalle urine ed esaminato alla ricerca della presenza dei trascritti del PCa e di marcatori prognostici. Recenti studi hanno valutato la determinazione dei trascritti nelle urine raccolte dopo l’esplorazione rettale (DRE) della prostata. Questa strategia si accompagna ad alcuni problemi: la DRE coinvolge un medico che deve effettuare l’esplorazione rettale, possono essere presenti variazioni nelle dimensioni e nella posizione della prostata che potrebbe non essere facilmente accessibile. Gli Autori di questo articolo, ricercatori della University of East Anglia (UEA), in Gran Bretagna, illustrano la metodologia che hanno messo a punto e che consente di raccogliere l’urina dai pazienti a casa e di inviarla ad un laboratorio per l’analisi. La resa e la qualità dell’RNA erano paragonabili a quelli dell’urina dopo esplorazione rettale ed è stata registrata una migliore sensibilità nel rilevamento dei TMPRSS2:ERG con l’impiego della RT-PCR. Gli Autori hanno sviluppato il Prostate Urine Risk test (PUR). Questo nuovo approccio costituisce un passo in avanti rispetto ai metodi attualmente disponibili perché questa tecnologia analizza l’espressione genica nei campioni di urina e certifica le firme dei biomarcatori dei pazienti a rischio. Questo protocollo di raccolta a domicilio apre nuove prospettive permettendo di eseguire studi sul PCa su larga scala senza l’inconveniente, il costo, il disagio e la spesa dei pazienti che devono recarsi presso una clinica per essere sottoposti all’esame.
5 dicembre 2019
Un campione di urine a domicilio per migliorare l’accessibilità alla diagnosi del carcinoma della prostata e individuare i pazienti a rischio
Methodology for the at-home collection of urine samples for prostate cancer detection
Martyn Webb, Kate Manley, Mireia Olivan et al.
BioTechniques ahead of print; Published Online:29 Nov 2019
https://www.future-science.com/doi/10.2144/btn-2019-0092