Un nuovo sensore è in grado di diagnosticare una sepsi nell’arco di pochi minuti.

Il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), con un comunicato comparso sul proprio sito, ha reso noto che i propri ricercatori hanno realizzato un nuovo sensore che potrebbe accelerare i tempi per arrivare alla di diagnosi della sepsi che, negli Stati Uniti, si stima sia la causa della morte di quasi 250.000 pazienti ogni anno. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno trovato nel sangue biomarcatori proteici che sono i primi indicatori di sepsi. Un candidato promettente è l’interleuchina-6 (IL-6), una proteina prodotta in risposta all’infiammazione. Nei pazienti con sepsi, i livelli di IL-6 possono aumentare ore prima che inizino a manifestarsi altri sintomi, ma anche a questi livelli elevati, la concentrazione di questa proteina nel sangue è nel complesso troppo bassa per consentire ai dispositivi di analisi tradizionali di rilevarla rapidamente. Il risultato delle loro ricerche è stato presentato in questi giorni alla “Engineering in Medicine and Biology Conference” dove hanno descritto un sistema basato sulla microfluidica che rileva automaticamente livelli clinicamente significativi di IL-6, utilizzando meno di una goccia di sangue ottenuta dalla puntura del dito, in grado di permettere la diagnosi di sepsi in circa 25 minuti. Impiegando un canale microfluidico, delle microsfere adese con anticorpi si mescolano con un campione di sangue per catturare il biomarcatore IL-6. In un altro canale, solo le microsfere contenenti il biomarcatore vanno ad aderire ad un elettrodo. Quando viene applicata una tensione alla soluzione le modificazioni del voltaggio nell’elettrodo vengono convertite in un segnale elettrico, rilevato con una semplice tecnica amperometrica, che costituisce la spia del livello della concentrazione del biomarcatore. La possibilità di poter diagnosticare rapidamente questa condizione, che può portare a morte in tempi brevi, costituisce un indubbio vantaggio.