Sono stimate, Italia, circa 53.000 nuove diagnosi di tumore del colon-retto nel 2017 (AIMO, AIRT). Secondo i dati AIRTUM, sia tra gli uomini (16% di tutti i nuovi tumori) sia tra le donne (13%) si trova al secondo posto, preceduto rispettivamente dalla prostata e dalla mammella. Nella classifica dei tumori più frequenti per gruppi di età il carcinoma del colon-retto occupa sempre posizioni elevate, variando nelle diverse età tra l’8% e il 14% negli uomini e tra il 4% e il 17% nelle donne. Alla diagnosi, circa il 20% dei pazienti ha una malattia metastatica a distanza. Le caratteristiche molecolari del cancro del colon-retto sono attualmente più chiare grazie ai progressi nella tecnologia di sequenziamento di nuova generazione (NGS). E’ stata proposta una classificazione dei pazienti sulla base delle loro caratteristiche molecolari e diversi marcatori genomici sono attualmente utilizzati nella pratica clinica per guidare il trattamento. Esempi di terapie approvate dalla FDA (Food and Drug Administration) gestite geneticamente includono gli agenti anti-EGFR (cetuximab e panitumumab) per i pazienti con RAS8-10 di tipo wild. Inoltre l’uso associato di vemurafenib (inibitore di BRAF) a irinotecan e cetuximab ha dimostrato un migliore outcome clinico tra i pazienti con carcinoma del colon-retto BRAFV600-mutato. Tuttavia, nonostante i recenti progressi negli approcci terapeutici mirati, oltre il 50% dei pazienti non risponde agli attuali trattamenti. Gli Autori di questa ricerca hanno voluto indagare se esiste una correlazione tra l’outcome clinico dei pazienti con tumori del colon-retto e le alterazioni genomiche nel DNA tumorale circolante (ctDNA). A tale scopo, grazie a tecnologie di sequenziamento di nuova generazione (NGS) su un pannello di geni del ctDNA (pannello dal 54- a 73-gene) hanno studiato 94 pazienti con tumore del colon-retto. La maggior parte dei pazienti (96%) aveva una malattia metastatica o una recidiva al momento del prelievo di sangue. Il numero mediano di alterazioni non sinonime per paziente era tre (range, da zero a 30). I geni più frequentemente aberranti erano TP53 (52,1% dei pazienti), KRAS (34%) e APC (28,7%). La concordanza tra sequenziamento di nuova generazione di tessuti e sangue variava dal 63,2% (APC) all’85,5% (BRAF). Complessivamente, 74 pazienti (79%) avevano una o più alterazioni non sinonime, 69 (73%) avevano una o più alterazioni potenzialmente attivanti e 61 (65%) hanno presentato un’alterazione attivante da un farmaco approvato dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Dopo una complessa valutazione statistica gli Autori hanno potuto concludere che i pazienti con tumore del colon-retto presentano profili di ctDNA eterogenei e la maggior parte contiene alterazioni del ctDNA potenzialmente attivanti. La terapia mirata ha prodotto tassi più elevati di malattia stabile per 6 mesi o più, risposta parziale o risposta completa. Pertanto gli Autori concludono che la valutazione del ctDNA può avere utilità clinica e merita ulteriori indagini.
12 marzo 2019
Utilità della determinazione delle alterazioni genomiche nel DNA tumorale circolante (ctDNA) per lo valutazione dell’outcome dei pazienti con carcinoma colon-rettale
Genomic Assessment of Blood-derived Circulating Tumor DNA in Patients With Colorectal Cancers
Shumei Kato, Maria C. Schwaederlé, Paul T. Fanta et al.
JCO Precision Oncology - © 2019 by American Society of Clinical Oncology
http://ascopubs.org/doi/10.1200/PO.18.00158