Valori di troponina normali ed ECG non diagnostico: cosa possiamo fare nel paziente con dolore toracico? Una nuova scala di valutazione.

Il dolore toracico è una problema di frequente riscontro nei Dipartimenti di Emergenza (ED) in tutto il mondo. Più del 60% di questi pazienti sono ricoverati in ospedale per sospetto clinico di sindrome coronarica acuta (ACS); tuttavia, questa diagnosi viene confermata solo nel 20%. La dimensione di questo problema è rilevante anche in Italia dove si stima che il 5% degli accessi al Pronto Soccorso sino legati al dolore toracico. Considerando che in un solo anno gli accessi in Italia sono stati stimati vicino ai 30 milioni si capisce la rilevanza del problema. Al fine di far fronte a questo problema sono sorte le “Chest Pain Unit” che in un contesto organizzativo che non genera un ricovero cerca di discriminare i pazienti in un arco di tempo breve, rispetto al ricovero tradizionale. Tuttavia, la diagnosi mancate di ACS non sono rare: su stima che intorno al 2-4% dei pazienti con sindrome coronarica acuta sono dimessi perché sono considerati non affetti da una cardiopatia ischemica. Questo processo diagnostico è particolarmente complesso nei pazienti con ECG negativo e test di laboraotrio normali dove la prevalenza di eventi cardiaci, in un follow up a lungo termine, raggiunge il 9,4%. Pertanto, l’uso di modelli predittivi clinici potrebbe contribuire a ridurre gli errori diagnostici. Il punteggio Geleijnse (che riflette il carattere del dolore) e il punteggio TIMI sono comunemente utilizzati nella pratica clinica. Gli Autori hanno ipotizzato che la combinazione di questi due punteggi potrebbe portare ad una migliore performance diagnostica nella ACS rispetto ai singoli punteggi. Questo nuovo punteggio, ACSD, ha mostrato una buona performance di discriminazione e un eccellente valore predittivo negativo che permette di escludere la ACS in pazienti con dolore toracico presentatisi nell’ED. Questi risultati dovranno essere validati in un più ampio studio multicentrico.